Umberto Eco, in un intervento del 2006 a proposito di buona scrittura e di comprensione, si chiedeva ironicamente: “c'è davvero bisogno di domande retoriche?” La lettera dell'ex gruppo di minoranza del Consiglio Comunale di Sermide e Felonica “La svolta”, pubblicata in data 30 ottobre, sembrerebbe fugare ogni dubbio in proposito, sia sull'utilizzo dei quesiti retorici, ma anche per le palesi inesattezze esposte e l'arbitrarietà delle interpretazioni. Un esempio su tutti: incontrare il Prefetto per esporre le proprie preoccupazioni sulla grave situazione interna al Comune non significa necessariamente accusare qualcuno di gravi inefficienze, né vuol dire scaricare su altri carenze o ritardi: significa semplicemente informare la massima Autorità del territorio su situazioni probabilmente non ben conosciute e chiedere, per quanto possibile, di intervenire. Risponderemo comunque alle domande – benché retoriche e quindi con risposta implicita - dell'ex gruppo di minoranza per dovere di trasparenza, premettendo tuttavia un paio di considerazioni indispensabili alla comprensione del tema trattato.
La prima riguarda la congettura che interessarsi di gestione della cosa pubblica (qualcuno direbbe, il fare politica) sia legittimo solo in certi periodi ben definiti e solo a fini elettoralistici: noi pensiamo invece che questo interesse sia un diritto/dovere di ogni cittadino, da esercitare tutti i giorni dell'anno, festivi compresi; pensare che ogni iniziativa politica sia l'inizio di una campagna elettorale è puerile e, almeno in questo caso, fuorviante. La seconda considerazione riguarda la necessità, che ben traspare nella lettera in questione, di dover a tutti i costi polemizzare con l'avversario politico, cercando ogni occasione per negarne le capacità e per esaltarne le carenze, reali o presunte che siano; per due liste, per di più civiche e quindi libere da forti condizionamenti partitici, sarebbe più proficuo confrontarsi su proposte e idee nuove per il futuro del proprio paese rispetto a misurarsi su carenze o presunti errori del passato. Ma cerchiamo di mettere da parte la “retorica” e occupiamoci delle domande, che riguardano prevalentemente la presenza degli ex amministratori agli “incontri” (riteniamo ci si riferisca alle sedute del Comitato Ristretto Lombardo del sisma 2012): quante volte sono intervenuti con segnalazioni a sostegno di interventi pubblici o privati e con quante richieste di contributi. La risposta è semplice e facilmente verificabile visto che il “comitato ristretto” è un organo ufficiale istituito con delibera regionale, composta dai sei sindaci dei Comuni più danneggiati dal terremoto e dai massimi esponenti della struttura commissariale regionale; redige un verbale di ogni incontro con registrazione di presenze e interventi. Ogni volta che gli incontri erano allargati anche agli altri amministratori, oltre ai sei componenti, o a tecnici di comuni coinvolti dal sisma, Sermide era presente e partecipe alla discussione, nella persona del sindaco o tramite delega di rappresentanza, come la maggior parte dei sindaci del cosiddetto “cratere del sisma”. Per quel che riguarda specifiche richieste di “assistenza ai privati” o di “contributi per manufatti pubblici” va ricordato che non era certo quella la sede per simili tematiche e che certamente non spettava agli amministratori intervenire per perorare specifiche aspettative di “privati”, ma semmai il compito era quello di vigilare per far rispettare regole e procedure, per coordinare le risorse disponibili e per avanzare proposte migliorative. Ricordiamo che gli interventi su edifici pubblici a Sermide sono stati eseguiti in una prima fase (anno 2012) sui 5 edifici scolastici di proprietà del Comune e subito dopo (anno 2013) sui 5 principali edifici pubblici, con fondi europei e quindi anticipando gli interventi rispetto a tutti gli altri comuni che hanno atteso le disponibilità dei fondi nazionali; solo in questa prima fase gli interventi hanno superato la cifra di 2 milioni. Una chiara dimostrazione di pessima informazione, se non addirittura di manifesta malafede riguarda la dichiarazione del gruppo “La svolta” riferita ai “piani organici” dove si afferma che “praticamente tutti i Comuni del mantovano hanno aderito tranne il nostro”: in realtà hanno aderito meno della metà dei comuni dell'Oltrepò (meno di 1/5 dei comuni mantovani) e il 90% dei fondi disponibili sono stati richiesti dai 6 Comuni del Comitato Ristretto. Nella lettera di cui stiamo trattando ci viene infine attribuita un'affermazione (”il Comune non potrà accedere ai fondi per la ricostruzione post terremoto”) che assolutamente non rispecchia il nostro pensiero. Siamo anzi convinti che le richieste avanzate possano trovare riscontri positivi, anche grazie al supporto costruttivo e al buon lavoro degli esponenti della Prefettura attualmente presenti a Sermide in qualità di commissario e di sub commissario. Se qualcuno ci criticava per il recente incontro in Prefettura intravedendovi ingerenze o strumentalizzazioni, alla luce dei positivi cambiamenti conseguenti a quell'incontro crediamo che ora debba darci atto che non solo era doveroso, ma che gli effetti positivi riguarderanno l'intera comunità e non certo una o l'altra lista elettorale. La ex Giunta del Comune di Sermide e Felonica